L' Artista

CHI HA UCCISO LA PITTURA

Il primo acquarello astratto di Kandinskij è datato 1910, nel frattempo Picasso e Braque iniziavano a inserire materiali vari nelle loro tele creando i primo collage. Si continua così sino ad arrivare all'esposizione in un museo di un orinatoio rovesciato da parte di quel demente di Marcel Duchamp. Dipo tutti questi cambiamenti, alcuni pittori in tutta Europa, compreso Picasso, tornarono a dipingere in stile classico. Questo fu il periodo del così detto "ritorno all'ordine". Ma non durò molto; dopo la seconda guerra mondiale, si riinizia con l'appoggio dei critici a fare ed esporre idiozie. Il cos' detto Alberto Burri espone un sacco di tela consumato... lascio a voi le deduzioni. Poi arriva il fatidico '68, dove chi dipingeva come me con colori e pennelli non riusciva a trovare nessun gallerista disposto a rappresentarlo. E fu così che la maggior parte di noi si ridusse a cercare altri lavori per poter sopravvivere. Questo periodo dura fino alla fine degli anni '70 e dopo questa lenta agonia sembrava proprio che la pittura fosse morta.Fu un periodo molto duro, durante il quale per non arrendermi mi ridussi a vendere le mie opere per strada.. Questa però fu una buona scuola per capire quello che il popolo stesse effettivamente cercando. Poi arrivò la fotografia e l'industrializzazione e si iniziarono a fare collage fotografici, incorniciati e venduti sempre grazie ai critici, come opere d'arte che sostituivano la pittura. Si arriva così a lavori con sempre più bassa professionalità. Alla capacità di mescolare colori, si preferisce la sperimentazione di materiali nuovi e anche la maggior parte dei così detti pittori non molto abili con i pennelli, cercano nuove tecniche.Nascono così statue non certamente monumentali, disegni semplici, praticamente infantili che non sembrano e non sono sicuramente opere d'arte. Con la scusa che l'arte deve essere a disposizione di tutti ecco nascere la Pop Art. L'America non aveva avuto sino ad allora nessun grande artista per cui santificò sempre con l'appoggio di falsi estimatori d'arte Endy Worroll. Si fabbricavano in serie migliaia di foto che venivano vendute a prezzi accessibili a tutti e tutti comprarono il grande inganno illudendosi di avere in casa opere d'arte di grandi artisti. Ma la pittura è davvero morta? A ben guardare sembra invece più viva e vegeta che mai. Il '68 non ha ucciso proprio nulla. Per me il fatto non sussiste, continuo a dipingere e a vendere a prezzi ragionevoli. Il gioco è semplice: cambio il tempo impiegato per fare un dipinto con lo stesso tempo lavorato da un qualsiasi cliente che vuole una mia opera. Ovvero: se impiego 5 giorni per l'esecuzione di un quadro l'acquirente mi paga con il suo guadagno di 5 giorni di lavoro. Tutti possono avere le mie opere, dal più povero al milionario. Cambiano i temi, cambiano i mezzi e cambiano sopratutto i linguaggi ma la pittura è viva e vegeta ed in gran forma e chi non riesce a riconoscersi in questo grazie al popolo che sta tornando ad apprezzare la buona pittura senza più ascoltare gli stimatori d'arte. Un dipinto lo compri se ti piace e non perchè te lo hanno consigliato e sopratutto non contare di fare un investimento. La peggior cosa che hanno voluto fare e che hanno fatto i nostri critici è stata voler piegare l'arte ai propri scopi occupando i luoghi della cultura per veicolare messaggi e soggetti a un qualcosa che umilia il lavoro dell'artista e sopratutto per scopi solamente di lucro. Non voglio che uno di questi idioti venga ad una mia esposizione e non voglio essere criticato da questi assassini dell'arte. Si l'arte nasce per essere giudicata ma non da persone che vogliono solo trarne profitto. Sbagliare comunque è umano e alla fine la storia ci dirà chi ha torto o ragione. Nessuno può spiegare come una sinfonia di Mozart, o le pieghe di un pennello di Tiziano, producano i loro effetti essenziali. O lo senti da te stesso o nessuno può farteli sentire. E qui cadono tutti i discorsi dei vari Sgarbi, critici d'arte .. ecc... ecc.... ecc....e per concludere, benchè un'opera d'arte si legga con la mente, la sede del piacere artistico è tra le scapole; è quel piccolo brivido che sentiamo là dietro mentre osserviamo un'opera.

                                                                                                                  dal libro L'AMICO DEL DIAVOLO

                                                                                                                          del Maestro Gianni Iviglia

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